Palazzo Municipale
L'edificio fu progettato dall'ing. Dionigi Bozzoli, i lavori furono appaltati nel 1906 e terminati il 24 marzo 1909. L'immobile si richiama allo stile gotico, è dotato di porticati ad arco acuto e finestre bifore al piano superiore, al cui centro spicca la balconata sormontata dalla torre dotata d'orologio. L'edificio è contrassegnato da merlature "a coda di rondine" che contornato tutto il tetto. Nella sala consigliare si conserva l'antico affresco di "Nostra Signora della Neve", trasportato su tela e collocatovi nel 1909, da una chiesuola incorporata nella vecchia casa comunale. L'opera che risale al sec. XVI, fu fatta eseguire per volontà della popolazione, in ringraziamento per la liberazione dalla peste nel 1501.
Torre Pentagonale Secolo XII. Il monumento, uno dei rari esempi di fortificazione non esagonale, ha facce non regolari, con otto feritoie e base scarpata. Nella parte superiore ha una corona di merli guelfi, coperta da tettoia a scopo di protezione dalle intemperie. Il manufatto faceva parte di un più vasto complesso cinto da mura, entro il quale sorgeva un castello.
Chiesa della S.S. Trinità
L'edificio è in pietra a mattoni a vista, presenta una facciata neo classica con gran portale abbellito da trabeazione in cotto, affiancata da due piccoli ingressi sormontati dà due affreschi di scuola popolare, raffiguranti rispettivamente, sulla destra "Il Redentore" che ascende al cielo chiamato dal "Padre Eterno" e, sulla sinistra, la "Vergine Immacolata", circondata da putti. Due lesene affiancano il portale centrale, sormontato da un gran finestrone con vetriata istoriata, terminante al timpano. All'interno spicca il coro ligneo seicentesco ed un dipinto attribuito a Paolo Borroni, raffigurante "L'Annunciazione". Si ha testimonianza che, già nel 1594, ospitava "L'Arciconfraternita della SS. Trinità", da cui prese il nome. Infine possiede un organo seicentesco, recentemente ristrutturato, che è fra i più antichi della Lombardia.
Oratorio di S.Rocco L'origine risale al XVII secolo. L'edificio fu patronato dalla famiglia Bischizio che vi detiene il sepolcro gentilizio, come comprova una lapide funeraria posta al suo interno, a sinistra dell'ingresso. La sua facciata è neoclassica, in pietra vista, con piccolo campanile a vela. n portale è sormontato da un affresco, assai scolorito, raffigurante "San Rocco ed il cane". L'interno è ad unica navata con altare barocco in marmi di vari colori, mentre nell' abside, un grande armadio in noce con intagli è sormontato da una statua in gesso del Redentore. Le volte a crociera del tempio, ne rendono solenne e quasi maestoso l'interno.
Chiesa Parrocchiale di S.Germano L'attuale tempio fu ricostruito, nel 1686, probabilmente in direzione trasversale al vecchio impianto per cui all'abside antica potrebbe corrispondere l'attuale cappella del S. Rosario. Nel 1820 fu ampliata con la creazione della navata laterale sinistra cui seguì, nel 1822, l'erezione del coro e la riedificazione del campanile nel 1824.
La facciata fu compiuta nel 1894 ed è d'ordine corinzio abbellita a lesene nella parte inferiore e quattro nella superiore, cancata del timpano, è dotata di due porte minori che affiancano il portone centrale. Le decorazioni e gli affreschi sono opera di Rodolfo Gambini, eseguiti nel 1895. L'edificio sacro detiene notevoli opere d'arte, tra cui due dipinti di Paolo Borroni: il "San Germano benedicente Santa Genoveffa" e la "Morte del giusto".
L'interno, suddiviso in tre navate, presenta un grande altare maggiore in marmi policromi sormontato da tempietto, risalente al 1839, affiancato ai lati da due opere murarie a tempera eseguite, nel 1866, dal pittore sacerdote Edoardo Mentasti, raffiguranti, a sinistra il "Sacrificio della Croce" ed a destra "Sacrificio della Messa".
Nella navata sinistra, vi è una tela ad olio raffigurante "La fuga in Egitto" (sec.XVII), seguita da ul1'a tra opera ad olio, eseguita da Domenico Bonvicini di Venezia dal titolo "La Madonna con il Bambino in trono e Santi". Precede il presbiterio la grande Cappella del Rosario effigiata con i "Quindici Misteri" in un ambiente architettonico prettamente barocco.
Nella navata di destra è invece presente, al battistero, la tela "Il battesimo di Gesù" copia di un affresco del Moncalvo, realizzata nel 1934 dal prof. Sala ed un'altra risalente al secolo XVIII, rappresentante San Diego. Nel coro e nella sacrestia sono conservati mobili lignei di pregio, mentre l'organo in dotazione al tempio è opera dei fratelli Serassi di Bergamo.
Nazzano Il castello fu costruito dai Malaspina verso l'anno mille e, nel 1081, Guidone Malaspina lo cedette ai Sannazzaro. Tale cessione fu confermata da un privilegio dell'imperatore Venceslao in data 12 marzo 1395. Fu notevolmente potenziato da Gian Galeazzo Visconti dal 1378 al 1380. Nel quindicesimo secolo il castello appartenne, per brevi peri di, anche ai Beltramenghi, ai De Assalitis e ai De Matiollis. Nel 1540 lo ebbero i De Petra che lo vendettero a Francesco Sanseverino. Nel 1559 il territorio di Nazzano ed il relativo castello pervenne ai Conti della Pusterla rimasti proprietari fino al 1613, quando subentrarono loro i Mezzabarba che apportarono varie modifiche all'edificio, trasformandolo in maniero. Nel 1712 l'edificio fu ceduto agli attuali proprietari i marchesi Rovereto con il capostipite Maracoaurelio. Il maniero è un' armonica costruzione in mattoni. A sud c'è il corpo principale con sei finestre (di cui tre a sesto acuto) ed un' isolata al piano inferiore. Nell'angolo di sud ovest si nota una minuscola torre cilindrica, rastremata all'altezza della gronda. La curiosa aggiunta è merlata alla guelfa, come la gran torre quadrangolare che svetta ad ovest. La facciata che dà sulla piazza della chiesa è caratterizzata da un alto archivolto ogivale cieco, che si disegna fin quasi alla linea del sottogronda ed inquadra una finestra a sesto acuto ed un portaletto a pianterreno. Il castello ha subito radicali restauri e trasformazioni e, nel 1905, fu riattato a dimora signorile dai marchesi Rovereto di Rivanazzano, attuali proprietari.